mercoledì 4 maggio 2011

Oggi parliamo con...Daniela Pezzotta

Ciao Grat,

Per prima cosa dobbiamo spiegare l’origine di questo tuo soprannome!Risale al mio primo torneo di pallavolo…quindi torniamo nella preistoria. Nel foglio in cui si compilavano l’elenco delle atlete, a fianco del nome di ogni giocatrice veniva inserita una sigla (ALZ= alzatrice, SCHIAC= schiacciatrice…). Clara, una bimbetta timida ora a casa a fare la mamma disse: “A lei metti GRAT…come grattacielo”. Il nomignolo mi si è appiccicato e non mi ha più lasciato!!

Effettivamente sei il Pirellone della nostra squadra: più volte siti di squadre avversarie ti hanno attribuito addirittura un’altezza pari a 2 m! In realtà quanto sei alta? 1.90 senza scarpe…non mi pare di giocare con le fornarina…quindi al massimo sarò 1,92-1,93.

L’altezza è stato mai un problema per te, nella vita? Si…per trovare le scarpe!!:-) A parte gli scherzi..mi ha dato dei grandi vantaggi nella pallavolo dato che avevo qualcosa in più che…non si può imparare. Per il resto direi ininfluente, come avere gli occhi marroni o verdi: sono altri i fattori rilevanti nella vita.

Ed in metro la gente ti tratta male? :-) ahahah…e che me ne frega tanto c’è la Titti che mi difende!!!

A quanti anni hai iniziato a giocare? In che squadra? Ho iniziato a Cernusco dove sono nata, dopo i tornei delle medie. Ho iniziato un po’ per caso dato che in quegli anni giocavo a Hockey su prato e mi piaceva molto…ma poi è scoppiato l’amore per la pallavolo!!!

Raccontaci brevemente la tua carriera pallavolistica! I miei inizi sono a Cernusco, dove già il primo anno facevo le giovanili e la serie D. Sono stata notata grazie ai “piani altezza” e mi sono trasferita a Sumirago dove ho passato 2 anni tra B1-B2 e Serie A. Ho avuto anche l’onore di indossare la maglia della nazionale Prejuniores, un’esperienza davvero unica. In seguito: Valenza per 3 anni, Belgioioso…e uno stop di 3 anni perché le mie ginocchia non mi facevano fare quello che volevo. Poi ritorno ai campi con Cernusco, Tradate ed eccomi al Sanda!

Citi spesso due allenatori famosi a livello nazionale: qual è il ricordo pallavolistico più significativo? Ce ne sono parecchi. Ho avuto dei grandi maestri che hanno influenzato notevolmente il mio modo di stare in palestra. L’esperienza più importante è stata quella in nazionale, guidata da Bosetti. In particolare il mese trascorso in Giappone a contatto diretto con un’altra cultura pallavolistica.

Siamo state promosse matematicamente in B1 con ben 4 giornate di anticipo: te lo aspettavi? Ho sempre creduto fin dall’inizio dell’anno che potevamo fare qualcosa di importante dato il giusto mix di esperienza e gioventù…a Fiorenzuola ero convinta che avremmo vinto: ormai avevamo acquisito consapevolezza della nostra forza.

Due promozioni di fila, una da assoluta protagonista (in C) e quest’ultima…come la giudichi personalmente? Ottima direi…con questo risultato non può che essere così! Penso di aver fatto molti passi avanti a livello tecnico, di sicuro l’anno scorso ero più appariscente perché il livello era diverso e attaccavo molto di più e diciamo anche che la squadra di quest’anno ha il pregio di non avere punti di riferimento soprattutto in attacco. Penso che sia stata questa la nostra forza.

L’anno scorso, dopo una lunga corte, Padovano è riuscito a farti credere in questo progetto. Dici da mesi che questo sarebbe stato il tuo ultimo anno di pallavolo giocata…ne sei ancora convinta? Ora sarai quindi solo del tuo Principe Fabio? SOLO SUA!!:-) Come dice Fabio…io non ho sfumature: tutto è bianco o nero per me. Questo significa che se non posso fare le cose al 100% preferisco non farle. Il lavoro mi impegna tanto (e anche Fabio:-)) e non mi resta il tempo per dedicarmi nel modo giusto “per me” , ovvero al 100% alla pallavolo. Non riuscirei a giocare dedicando il 99%. Spazio ai giovani!!!

So che con la Titti vi trovavate tutte le mattine in metrò per fare il viaggio insieme, disturbando l’intera rete metropolitana. È servito questo espediente per trovare il feeling pallavolistico? Ma quanto ci vuole ad aver un feeling con la Titti??? I viaggi in metropolitana hanno approfondito e consolidato la nostra amicizia che è qualcosa che è al di sopra della pallavolo.

Vuoi dire qualcosa a qualche tua compagna che non hai mai avuto occasione per dirle? Volevo cogliere l’occasione ringraziare tutte per i due bellissimi anni trascorsi insieme in casa Sanda:-)

Vuoi dire qualcosa ai tuoi genitori: i tuoi primissimi tifosi! Non potrò mai ripagarli per tutti questi anni in cui guardando in alto durante il saluto li ho visti lì, in qualsiasi parte d’Italia..ansiosi e tesi per ogni gara che ho dovuto affrontare. Per essermi sempre stati vicini anche quando ero a 100 o 1000 Km di distanza, sempre al mio fianco in ogni mia scelta, sempre nel modo giusto. Se un giorno sarò mamma e riuscirò ad essere almeno simile a loro, a fare almeno 1/3 delle cose che loro hanno fatto per me, allora potrò dire di essere un genitore eccezionale.

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