mercoledì 16 marzo 2011

Oggi parliamo con...Giada Cecchetto!

Sei una delle più giovani in squadra in un ruolo molto delicato: quello del Libero. Quando hai scelto di fare questo ruolo? Prima cosa facevi?
Ho iniziato a giocare a pallavolo come attaccante (S2), un ruolo che mi è sempre piaciuto e che mi ha permesso di divertirmi moltissimo, soprattutto durante il giovanile. Purtroppo l’altezza ha la sua importanza, così ho dovuto fare una scelta e intraprendere la strada di diventare Libero; il passaggio vero e proprio è avvenuto in Sanda  nella stagione sportiva 2008-2009.
Hai ragione a dire che è un ruolo delicato, in un certo senso si lavora in sordina; la presenza e  la concentrazione sono fondamentali e devono essere sempre al massimo anche se capita di non toccare palla per lungo tempo. Per me è un ruolo veramente affascinante che mi permette di confrontarmi, durante ogni partita, con la potenza e l’astuzia delle avversarie.

A quanti anni hai iniziato a giocare?
 Ho cominciato in quinta elementare con un corso organizzato dalla scuola. L’allenatrice, con la quale poi ho giocato ben 4 anni, mi ha portato con sé nell’ agonismo in Pro Patria, permettendomi di iniziare una vera e propria esperienza pallavolistica che con il tempo si è rivelata piena di soddisfazioni e vittorie.

La società crede molto in te: da quanti anni giochi al Sanda?
Questo mi rende molto orgogliosa e spero di continuare a non deludere le loro aspettative J
Gioco nel Sanda dal 2007, con loro ho concluso il mio ultimo anno di giovanile (l’U18) in contemporanea al campionato di seconda divisione. Nel 2008, passando al ruolo di Libero, ho affrontato il campionato di serie D rivelatosi decisamente appagante. Ma la vera “sorpresa” è stato il campionato di serie C in cui ci siamo conquistate la B2.  Sono stati degli anni davvero intensi ed emozionanti.

Hai un modo molto folcloristico per chiamare “fuori” una palla. Dove hai imparato questa strana danza tribale? J
Ahaha…non saprei, sono abituata a chiamare una palla fuori alzando le braccia proprio come fa l’arbitro, penso di farlo da sempre inconsciamente.
Considerando che fin da quando ero piccola mi hanno insegnato a non perdere mai di vista la palla e a seguirla sempre, capita che quando le sono molto vicina e sta uscendo dal campo rischio di toccarla con la mia “danza tribale”. Lo so, vi faccio venire i brividi… J

Questo è il tuo primo anno di B2: pensieri e considerazioni?
Già,  è il mio primo anno di B2 e sto cercando di affrontarlo al meglio anche se non sempre è facile, soprattutto non lo è stato all’inizio dell’anno quando dovevo ancora abituarmi al tipo di gioco e alla velocità della palla. Piano piano però, con l’impegno e gli allenamenti, mi sto rendendo conto che i risultati si vedono, soprattutto a livello di squadra visto che stiamo affrontando un buon campionato.
Quest’anno il mio obiettivo principale è quello di continuare a crescere come giocatrice e quello di prendere parte ad un’impresa che tutti noi conosciamo….J

Oltre a giocare frequenti l’Università: cosa studi?
Sono al primo anno della facoltà di Biologia, che trovo molto interessante oltre ad essere ovviamente impegnativa, anche se vi confesso che il mio vero sogno sarebbe quello di entrare a Fisioterapia.

Cosa vorresti fare da “grande”?
Viaggiando con la fantasia? Arrivare in Nazionale e vincere le Olimpiadi (bello sognare J).
Tornando con i piedi per terra : giocare a livelli sempre più alti e…ancora non lo so: Biologa? Fisioterapista? Boh....vivo giorno per giorno e cerco di dare il massimo in quel che faccio e poi, come diciamo in famiglia, “si deve stare alla finestra e vedere cosa succede!”. Dopo tutto  il futuro “lo scopriremo solo vivendo  “ .  (L. Battisti)

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